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MARSICONUOVO - La sede vescovile ricca di palazzi

Con i suoi 5482 abitanti Marsiconuovo è il paese più grande e popolato dell’alta Vai d’Agri. L’agricoltura, con particolare riguardo all’ortofrutticoltura — che lo ha affermato come uno dei paesi produttori di fagioli della migliore qualità — e la zootecnia rappresentano i settori trainanti dell’economia locale e ne hanno fatto una piccola “capitale economica” di questa parte di Basilicata. Marsiconuovo è però anche la possibilità di un soggiorno in relax, offrendo al turista il verde del suo grande parco comunale, rappresentato dalla faggeta “Fontana delle Brecce”, estesa per 2000 ettari e attraversata da sentieri, e quello della pineta Tumolo.

Per chi percorre la Statale 598 di fondovalle d’Agri il paese appare in posizione sopraelevata, quasi a voler tenere più a lungo celata la sua ricchezza artistica, fatta di illustri palazzi e chiese. E a proposito di edifici religiosi va ricordato che Marsiconuovo è anche sede vescovile. Il responsabile religioso della zona ha infatti il titolo di “vescovo di Marsico e Potenza”.

I ritrovamenti archeologici compiuti hanno dimostrato un’occupazione del sito già a partire dall’età del ferro. In epoca romana sull’area dell’attuale Marsico si trovava probabilmente Acidios, importante stazione di transito lungo il tratto della via Herculia che collegava Potentia e Anxia con Grumentum.

Nel 360, per mano del metropolita di Salerno Sempronio, venne edificata la prima chiesa di Marsiconuovo, segno importante del consolidarsi di una nuova comunità, ma sull’evoluzione del centro pesò soprattutto la distruzione di Grumentum, avvenuta nell’845, che spinse molti abitanti a cercare rifugio nelle più sicure mura di Marsiconuovo. E di quest’epoca. segnata dal passaggio dal dominio longobardo a quello franco, anche la fondazione dell’abbazia di Santo Stefano, che fu a lungo una delle istituzioni più importanti di Marsiconuovo.

Dopo essere stato compreso nel patrimonio di diversi signori, il paese venne assegnato da Carlo I d’Angiò ai Sanseverino. Questa famiglia che in alcuni momenti della storia fu più potente della stessa monarchia, si fregiò del titolo di “conti di Marsico” fino al 1552. L’ultimo esponente della casata, Ferrante, sarebbe stato cacciato da una sommossa popolare, per aver cercato di esercitare lo “jus primae noctis” su una nobile fanciulla del luogo. Dopo una parentesi di diretta dipendenza dal dominio regio, e quindi di affrancamento da ogni signoria feudale, nel 1638, Marsiconuovo venne ceduta ai Pignatelli, illustre famiglia napoletana per la quale venne coniato il titolo di ”principi di Marsico”.

Autore: da: Comunità Montana Alto Agri

 

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